In questo terzo articolo dedicato alle tecniche di studio, vedremo finalmente alcuni esempi concreti su come sottolineare, cercando di rispondere a tutte le classiche domande sull’argomento: quando, quanto, cosa e come sottolineare.
Avrai già notato dalla lettura degli articoli precedenti che con il termine “sottolineare” noi non intendiamo solo – fare questo ad un testo -, ma decisamente qualcosa di più ed oggi cercheremo di spiegarlo in modo chiaro e pratico.
L’intento di questa serie di guide è sempre lo stesso, comprendere in primo luogo gli errori da evitare e in secondo luogo capire come migliorare la nostra tecnica, il tutto cercando di evitare quelle inutili e macchinose operazioni che ci fanno solo credere di aver studiato, quando in realtà non abbiamo fatto altro che far scivolare in modo acritico l’evidenziatore sul foglio.
1. Tecnicismi a confronto
Proviamo a mettere in pratica quanto detto fino ad ora utilizzando come modello il testo degli articoli 1321 ss. c.c. sul contratto.
Gli esempi che seguiranno sono in parte delle “forzatura didattica“, ma ci serviranno per far comprendere le singole differenze tra i vari approcci al fine di farti trovare quello che più si adatta alle tue esigenze.
Iniziamo.
1.1 Quando sottolineare?
In via generale la risposta è: subito dopo aver compreso (realmente) ciò che abbiamo letto.
Tuttavia, dagli articoli precedenti abbiamo anche imparato che la differenza la fa, in primo luogo, l’obiettivo del lettore.
Su tale premessa possiamo individuare le possibili differenze in base a ciò che vogliamo ottenere dal testo.
Ecco alcuni possibili obiettivi:
Il fulcro di tutto resta la comprensione del testo.
Ed infatti, prima di diventare degli esperti nel riuscire a valutare l’importanza delle singole informazioni che stiamo leggendo, consigliamo (soprattutto se sei all’inizio) di concludere la lettura del paragrafo prima di iniziare a sottolineare ed indipendentemente dal tuo obiettivo, salvo non ti capiti di riuscire a cogliere immediatamente (Ictu oculi) le informazioni che ti servono.
1.2 Quanto sottolineare?
Sempre in via generale è la risposta è: la percentuale corretta deve oscillare tra il 20% e il 30% del testo.
In particolare, però, per quanto riguarda i testi giuridici essi possono essere sottolineati seguendo 2 vie principali:
- Sintetica: mira ad individuare ed estrapolare solo alcuni concetti (premesse – conclusioni);
- Analitica: mira individuare e comprendere tutti i singoli passaggi logici.
In entrambi i casi occorre evitare gli estremi.
Come abbiamo visto nel nell’articolo dedicato ai vantaggi, il non sottolineare o il sottolineare troppo sono approcci da evitare.
Tale percentuale corretta ovviamente dipende da vari fattori, i principali sono:
- le conoscenze pregresse sull’argomento;
- la tipologia di testo da studiare;
- lo scopo della lettura;
- la propria metodologia.
In definitiva, però, possiamo affermare che più si è esperti e meno si sottolinea.
1.3 Cosa sottolineare?
La classica risposta a questa domanda è: le parole chiavi.
Ed in effetti la risposta è corretta, ma non aiuta, in quanto fa sorgere solo altre domande: cosa si intende per parole chiavi? come si individuano?
A quest’ultima domanda abbiamo già risposto al punto 1.1, la ricerca e l’individuazione sono guidate dai nostri obiettivi come lettori.
Restando sull’esempio pratico, se sei alla ricerca della nozione esatta di contratto le parole chiavi che ti permettono di rielaborare il concetto sono: accordo, parti, costituire, regolare, estinguere, e rapporto giuridico patrimoniale.
In linea generale, quindi per qualsiasi testo e non solo giuridico, si devono sottolineare:
- Le definizioni
- Gli inquadramenti
- Le liste di caratteristiche
- Le tesi e le antitesi
- Gli esempi
- e così via …
Non vogliamo essere ripetitivi, ma è importante ripeterlo: non esiste una risposta univoca poiché tutto dipende dai nostri obiettivi.
(P.S. in futuro torneremo su questa risposta con un articolo interamente dedicato).
1.4 Come sottolineare?
A differenza dei punti precedenti qui le preferenze personali hanno un impatto maggiore.
Come avrai sicuramente notato in tutti gli esempi fin ora riportati abbiamo parlato di sottolineare, ma nelle foto abbiamo sempre evidenziato e la scelta è ben pensata.
Infatti, sottolineare ed “evidenziare” mirano allo stesso risultato, far risaltare il testo selezionato rispetto allo sfondo, eppure, a nostro personalissimo parere, per quanto simili non sono ugualmente efficaci.
Ed infatti ecco cosa consigliamo di non fare:
- sottolineare con la matita o qualsiasi altro mezzo “leggero” che non permetta all’occhio di individuare le parole selezionate con una rapida occhiata (contrasto testo-sfondo);
- utilizzare troppi colori diversi (salvo in casi particolari per specifici testi), in quanto creano solo confusione.
Per quanto si possano avere delle preferenze sui mezzi (penna, matita, evidenziatore, colori), la differenza è per noi netta e facilmente comprensibile ad una rapida occhiata.
Nel primo esempio occorre sforzare lo sguardo per trovare le parole sottolineate, nel secondo esempio invece l’accozzaglia di colori crea solo disordine mentale.
1.5 Le (necessarie) operazioni complementari
Siamo finalmente giunti al punto che riteniamo essere il più importante.
Come abbiamo sempre sostenuto, il “sottolineare” non comprende solo – fare questo ad un testo – bensì è coadiuvato, da altre operazioni complementari indispensabili.
I bordi bianchi della pagina sono uno spazio preziosissimo, essi possono (devono) essere utilizzati per:
- Note e commenti a margine.
- Simboli e mezzi grafici per rendere chiara la struttura del testo.
- Promemoria e rinvii.
Tutte queste operazioni conclusive della fase di sottolineatura diventeranno poi le basi sui cui realizzare i nostri schemi indispensabili per la memorizzazione.
Col tempo riusciremo a creare il nostro personalissimo set di elementi grafici: linea singola, doppia, ondulata, verticale, parentesi tonde e quadre, ma anche simboli o qualsiasi altra cosa che possa stimolare la memoria.
2. L’importanza della pratica
Con questo terzo articolo siamo giunti alla fine di questa serie di mini-guide su come sottolineare, nulla di nuovo o estremamente complesso, ma speriamo di aver offerto qualche spunto di riflessione.
Tuttavia, sapere come una cosa andrebbe fatta e poi non farla, equivale a non saperla. Cosa vogliamo dire con questo?
Vogliamo dire che l’unica cosa che conta con le tecniche di studio è la pratica: provare, fallire, valutare, migliorare.
Ora hai tutti gli strumenti per riconsiderare il tuo approccio alla lettura e alla tua tecnica di sottolineatura, non ti resta che perfezionarla su te stesso fino a renderla veramente efficace per i tuoi obiettivi.
Buono studio e a presto.
Mi auguro che questo post ti sia utile e ti ricordo che ogni articolo – grazie anche alla collaborazione dei lettori – viene costantemente aggiornato e approfondito nel tempo al fine di offrire una guida quanto più completa ed esaustiva possibile.
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