• La Massima

La Suprema Corte enuncia il seguente principio di diritto:

La disposizione testamentaria può dirsi effetto di dolo, ai sensi dell’art. 624, comma 1, c.c., allorché vi sia prova dell’uso di mezzi fraudolenti che, avuto riguardo all’età, allo stato di salute, alle condizioni di spirito del testatore, siano stati idonei a trarlo in inganno, suscitando in lui false rappresentazioni ed orientando la sua volontà in un senso verso il quale essa non si sarebbe spontaneamente indirizzata; idoneità da valutarsi con criteri di larghezza nei casi in cui il testatore, affetto da malattie senili che causano debolezze decisionali ed affievolimenti della ‘consapevolezza affettiva’, sia più facilmente predisposto a subire l’influenza dei soggetti che lo accudiscono o con cui da ultimo trascorre la maggior parte delle sue giornate, costituendo tali valutazioni apprezzamenti di fatto non sindacabili in sede di legittimità, se non nei limiti di cui all’art. 360, comma 1, n. 5, c.p.c.

(Cass. Civ. Sez. 6, n. 30424 del 17/10/2022).

  • Gli Argomenti trattati

- Uso di elementi fraudolenti - Prova - Condizioni del testatore - Malattie senili - Maggiore esposizione all'influenza di soggetti accudenti - Sindacabilità in sede di legittimità - Limiti.

  • I riferimenti normativi

- Cod. Civ. art. 624 com. 1, Cod. Civ. art. 2697 CORTE COST., Cod. Proc. Civ. art. 360 com. 1 lett. 5.

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